sabato 27 dicembre 2008

Georges Simenon - L'Uomo Che Guardava Passare i Treni

Chi l'ha detto che un romanzo psicologico deve essere una noia mortale?
Non so se l'uomo che guardava passare i treni sia esattamente un romanzo psicologico ma di certo c'è dentro tutta l'analisi dell'improvvisa (improvvisa?!?!) fuga e pazzia del protagonista Kess Popinga mista però ad azione tipica dei migliori film polizieschi.
Il romanzo racconta di "Come un uomo qualsiasi, che guardava passare i treni e sognava la vita che vi si nascondeva, possa improvvisamente abbandonare tutto in una fuga dove si mescolano il delitto, il terrore l'ebbrezza e la lucidità."
Simeon guarda la storia dal lato di Kees seguendolo in ogni sua azione e facendo sembrare le sue mosse da uomo incosciente ma non da pazzo in un excalation che culmina con l'azione finale alla ferrovia.
Kess popinga è un uomo per bene. Una bella casa, una bella moglie 2 bei figli ma in un attimo si ritrova in bancarotta a causa del padrone della società in cui lavora.
In quel momento scatta in lui qualcosa che lo spinge a non tentare di trovare una soluzione (ha fatto questo per tutta la vita) ma lo spinge a partire e ad andare da una donna che non è niente di più che una fantasia per lui.
Da qui l'omicidio, la fuga a Parigi, le prostitute, l'incontro con Janne, un'altra fuga, la lotta psicologica con la polizia e il finale che si legge tutto d'un fiato senza aver modo di prendersi nemmeno una piccola pausa dalla lettura, e che comunque lascia un interrogativo aperto...
Ma Popinga ci fa o ci è?

voto personale.............9

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